**La femme amazigh
Depuis l'antiquité la femme amazigh jouait un rôle trés essentiels dans la vie quotidienne de la societé amazigh c'était-elle qui fesait tout. Elle entretenait la maison, préparait la cuisine, s'occupait de ses enfants, ramenait du bois, de l'eau, semait la terre et les âmes de tout ce qui est bon et encore plus elle gardait nos traditions et notre existance.
Comme vous savez tous la culture amazigh est beaucoup plus orale, alors grâce à la femme, notre culture est toujours vivante et nous pouvons la voir actuellement devant nos yeux. Combien de générations de la grand mère à la mère et de la mère à sa fille, cette culture s'est-elle transmise ?
Le but était de toujours de garder le trésor : la culture amazigh !!!
Des poèmes, des proverbes et encore plus, elle était artiste sans savoir qu'elle était...
C'était une bibliothèque vivante qui parlait d'une génération à l'autre .
merci et mille merci aux femmes amazigh.
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Tetouan
Dopo colazione partiamo per visitare la città di Tetouan, che dista una circa 50 Km da Tangeri. Si attraversa una zona montuosa tra il mediterraneo e i monti del Rif, panoramicamente molto bella e con una aspetto europeo, sia per la ricchezza di vegetazione, sia per i tipi di costruzioni tipicamente mediterranei. Siamo nel cosiddetto Marocco spagnolo: questa zona fu infatti sotto il protettorato della Spagna nella prima metà del secolo scorso, Tetouan ne era la sede amministrativa.
Arriviamo nella prima mattinata a Tetouan, che subito ci colpisce per un affascinante panorama di monti che la circonda. E’ una città di 320.000 abitanti, con un aspetto molto mediterraneo, lo stile spagnolo è ben visibile, specialmente nei quartieri che circondano il centro storico. La piazza principale (piazza Hassan II), che si trova nella parte più alta della città, è dominata sul lato nord-est dall’imponente Palazzo Reale, anche questo non aperto al pubblico. Su lato opposto, attraverso la Bab er-Rouah (Porta dei Venti) si entra nella Medina: è abbastanza piccola se confrontata a quelle di altre città marocchine, ma anche questa piena di attività commerciali e produttive. C’è anche una zona riservata alla concia delle pelli, non molto grande, ma ben individuabile a causa del puzzo insopportabile che spande nella zona.
Mangiamo in un tipico ristorante marocchino nel cuore della Medina, anche questo ricavato da una casa signorile. Al termine del pranzo si scatena un forte temporale, che trasforma le stradine della Medina in veri e propri torrenti impetuosi e impraticabili (non vi sono fognature per le acque piovane) e ci costringe a fare un giro vizioso per tornare al nostro pulman.
Tangeri
Nel pomeriggio torniamo a Tangeri e lo dedichiamo alla visita della città e dei dintorni. Tangeri, che attualmente conta 650.000 abitanti, ha una storia molto particolare, che ne ha creato un fascino che tuttoggi permane. Il controllo della città fu molto ambito dalle varie potenze dominati fin dall’antichità, proprio per la sua posizione strategica all’imboccatura dello stretto di Gibilterra. Dopo la scoperta dell’America la sua importanza crebbe notevolmente proprio perché lo stretto era diventato luogo di passaggio obbligato tra i paesi del mediterraneo e le Americhe. Il periodo di maggior splendore e fama lo raggiunse tra il XIX e la prima metà del XX secolo, quando per volere delle potenze che allora dominavano il mondo (francesi e inglesi principalmente) Tangeri divenne una zona internazionale, di fatto sotto il controllo dei diplomatici residenti (francesi, inglesi, americani, italiani, spagnoli, svedesi, olandesi, belgi). Il particolare stato giuridico della città, dove nulla era vietato, fece da richiamo mondiale per il “jet set”, ma anche per avventurieri e gente di malaffare, facendone una delle località più esclusive del Mediterraneo, ma anche più malfamate, nonché covo di spie. Dopo la riunificazione della città al Marocco nel 1956 a poco a poco furono aboliti tutti i privilegi amministrativi ed economici di cui la città godeva e pertanto perse parte del suo fascino e del richiamo che esercitava sul mondo occidentale. Comunque qualcosa di quel periodo rimane, sia nell’aspetto (molto europeo, specialmente nei quartieri che circondano il centro storico) sia nella mentalità locale, non ultimo anche nella microcriminalità diffusa.
Iniziamo dapprima visitando, a 14 km dalla città, Cap Spartel: si tratta dell’estremità nord-occidentale della costa atlantica dell’Africa, da dove si gode di un bel panorama sull’imboccatura dello Stretto di Gibilterra. Qui vicino visitiamo Grotte d’Ercole, in realtà niente di eccezionale, la cosa più affascinante è l’apertura che si apre con la vista dell’oceano.
Torniamo a Tangeri e iniziamo a visita della città partendo dal Kasbah: come nelle altre città è situata nel punto più alto, circondata da mura. Si passa attraverso vicoli stretti e molto affascinanti, dove si vedono solo turisti, ogni tanto si apre uno slargo dominato da un palazzo imponente. Scendendo nella Medina la situazione cambia completamente, la gente aumenta sempre di più, tanto che diventa difficile farsi largo tra una folla eterogenea. Si è strisciati e spintonati ovunque e l’unico pensiero diventa quello del controllo dei pochi beni che uno si è portato dietro. Si ha un po’ di respiro quando si raggiunge la Petit Socco, una caratteristica piazzetta all’interno della Medina, dove si trova anche il tempo per rilassarsi con un the alla menta, per poi rimettersi nella calca e finalmente riuscire in una grande piazza, la Grand Socco. Qui si controllano i danni e purtroppo c’è una vittima, uno del nostro gruppo è stato derubato del cellulare: con una mano controllava la macchina fotografica, con l’altra la cinepresa, purtroppo il cellulare era rimasto incustodito nella tasca!
Torniamo all’albergo per l’ora di cena da dove non ci allontaniamo …. l’esperienza passata ci consiglia di goderci Tangeri by-night dalla terrazza dell’albergo!
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