**La femme amazigh
Depuis l'antiquité la femme amazigh jouait un rôle trés essentiels dans la vie quotidienne de la societé amazigh c'était-elle qui fesait tout. Elle entretenait la maison, préparait la cuisine, s'occupait de ses enfants, ramenait du bois, de l'eau, semait la terre et les âmes de tout ce qui est bon et encore plus elle gardait nos traditions et notre existance.
Comme vous savez tous la culture amazigh est beaucoup plus orale, alors grâce à la femme, notre culture est toujours vivante et nous pouvons la voir actuellement devant nos yeux. Combien de générations de la grand mère à la mère et de la mère à sa fille, cette culture s'est-elle transmise ?
Le but était de toujours de garder le trésor : la culture amazigh !!!
Des poèmes, des proverbes et encore plus, elle était artiste sans savoir qu'elle était...
C'était une bibliothèque vivante qui parlait d'une génération à l'autre .
merci et mille merci aux femmes amazigh.
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Zagora
Arriviamo in serata a Zagora, una cittadina di circa 35.000 abitanti molto moderna, costruita dai francesi nel periodo del loro protettorato, anche se l’oasi dove si trova la città è stata sempre abitata. La città non offre molto da vedere se non l’ambiente circostante, è più che altro un luogo di sosta, grazie anche agli hotel di buon livello che offre.
Tra Zagora e Ourzazate
Partiamo da Zagora la mattina del nono giorno, per raggiungere Ourzazate. Ci sono da percorrere 220 km attraverso la valle del fiume Drâa. E’ il fiume più lungo del Marocco, nasce nell’Alto Atlante per raggiungere il mare nel sud del paese, a Cap Drâa vicino al Sahara Occidentale, ma capita spesso che le acque non riescono a raggiungere la foce e si disperdono tra le sabbie del deserto. La valle è ricca di Kasbah, alcune molto belle e scenografiche, che meritano almeno una sosta fotografica. La zona è desertica, delimitata da aride colline e monti che si stagliano in lontananza, ma nel centro della valle, laddove c’è un po’ d’acqua, c’è una vera esplosione di vegetazione, in genere palmeti, che con il loro verde intenso creano un bellissimo contrasto con l’ambiente circostante. Ad ogni sosta come dal nulla si materializzano frotte di bambini che offrono cestini di fichi e datteri, le produzione tipiche della zona.
A poco a poco la strada inizia a salire e dopo un po’ lo spettacolo che appare ai nostri occhi ha dell’incredibile: una distesa montuosa che si perde a vista d’occhio, delimitate da strette valli e gole. Ma quello che rende lo spettacolo veramente unico e affascinate è l’aspetto a stratificazioni e i colori che le rocce presentano, esaltato dall’assenza di vegetazione. Ma anche qui più che le parole valgono le foto.
Superato il valico ci lasciamo alle spalle questo incredibile spettacolo e scendiamo nell’ampia valle dove si trova Ourazazate, che raggiungiamo in tarda mattina, giusto per l’ora di pranzo.
Ourzazate
E’ una città di circa 60.000 abitanti, posta alla confluenza della Valle della Drâa con la Valle del Dadès. L’imponente diga di Al-Mansour ed Dahabi ha creato un ampio lago artificiale a est della città. Ma la fama di Ourzazate è legata al cinema, molti famosi film sono stati girati nei suoi Studi Cinematografici, specialmente quelli ambientati in zone desertiche: Lawrence D’Arabia, Il Gladiatore, Guerre Stellari, tutta la serie delle Storie della Bibbia della RAI, tanto per citarne alcuni.
La città offre comunque anche alcune visite interessanti. La Kasbah di Taourirt, che domina con la sua imponenza la città, affascinante sia nell’aspetto esterno, sia nei cortili e ambiente interni recentemente restaurati e a pochi chilometri dalla città la Kasbah Tiffoultout, posta su di un rialzo che domina la pianura circostante.
Ourzazate è anche una città di forti contrasti, dove a fianco di quartieri ultramoderni, coesistono antichi quartieri dove tra vicoli stretti e sterrati è ancora possibile vedere modelli di vita medioevale.
Valle del Dadès e Gole del Todra
Il decimo giorno è dedicato all’escursione della Valle del Dadès e Gole del Todra, circa 320 km tra andata e ritorno. La giornata non è delle migliori, il cielo è abbastanza coperto, ma la temperatura è sempre estiva.
Prendiamo subito la direzione est rispetto alla città e inizialmente attraversiamo un ampia pianura desertica delimitata a nord dalla catena delle montagne del Grande Atlante, di cui si intravedono le cime più alte innevate, e a sud dai monti Jebel Sarhro. Si incontrano diverse oasi e laddove c’è acqua subito appare una vegetazione rigogliosa, principalmente di palmeti, fichi e mandorli. Dove c’è vegetazione ci sono anche villaggi o cittadine, sorvegliate spesso da imponenti kasbah, quasi sempre spettacolari. Tutte le costruzioni sono accomunate dallo stesso identico colore, che si confonde col quello dell’ambiente desertico circostante; sorprende anche il fatto che siano ai bordi della zona fertile, in modo che ogni più piccolo pezzo di terra coltivabile non vada perduto. Più avanti la valle tende a stringersi e si fanno più numerose le oasi poste al centro della valle lungo il corso del fiume. La strada inizia poi a salire e la valle a stringersi quasi come una gola e proprio qui che appare uno spettacolo incredibile di rossicce formazioni rocciose che ne delimitano le pareti scoscese.
Ritorniamo indietro e facciamo una deviazione per raggiungere le Gole del Todra. Si sorpassa la cittadina di Tinerhir e dopo circa 15 km raggiungiamo questo luogo veramente spettacolare: si tratta di un canyon molto stretto, delimitato da alte pareti rocciose. Lo spettacolo è veramente imponente anche se alcuni interventi umani ne hanno deturpato l’ambiente, come l’ampia strada di cemento costruita nel fondo della gola e le costruzioni fatte a ridosso delle pareti rocciose proprio sopra la sorgente del fiume.
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